MI PIACI

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Simo si sentì in imbarazzo per tutti i giorni a seguire, non gli scrisse, cercò di schivarlo anche nei pressi dell'università.

L'aveva baciato davanti a sua madre... e sua madre non sapeva nulla. Non sapeva nemmeno che Jacopo avesse un gemello. Non poteva averlo fatto davvero...

Quell'evento aveva completamente cambiato le sorti di quella frequentazione. Perché Simone non lo avrebbe cercato. E forse anche Manuel non si sarebbe più fatto vivo. Aveva seguito il consiglio di Chicca e aveva sbagliato.

<La smetti di martellare quella povera matita? Me stai facendo uscì pazzo...> Jaco lo distrasse dal suo flusso di pensieri sempre più in declino verso gli abissi profondi. La matita si dondolava ormai da minuti infiniti, sbattendo contro il quaderno dalla pagina nivea.

<Se, scusa> finalmente la bloccò. In realtà cambiò solamente il movimento, facendola roteare tra le dita in modo inconscio.

<M'ha detto Manuel che sei andato da lui qualche giorno fa ma poi sei scomparso. La puoi finire di scomparire nel nulla ogni volta? Perché non gli hai scritto de nuovo dopo?> parlò dalla cucina, tirando fuori dal frigo del succo. Bevve direttamente del cartone e poi tornò vicino al fratello, aspettando una risposta.

<E che ti ha detto di preciso?> domandò Simone, sentendo il cuore accelerare radicalmente.

<Che te sei presentato da lui ma c'era sua mamma quindi poi sei andato via. Vedi che sua mamma è una tranquilla eh. È forte Anita.>

<Non sapeva di noi. Non sapeva nemmeno che a Manu piacessero anche i ragazzi. Non sapevo come comportarmi...>

<Simò. Hai rotto er cazzo. Puoi dirgli che te piace? Digli che te sei innamorato, che vuoi uscire con lui seriamente, che vuoi scopacce e che te manca limonarlo. Non ci vuole tanto!> Jaco era sempre stato una persona diretta, che rendeva tutto semplice.

<Sì, okay Jaco, lascia stare dai. Non dovresti studiare?> cercò di cambiare discorso, non sapendo davvero come rispondere.

<Simò. Io faccio scienze delle merendine, mica matematica. Ho studiato mezz'ora, me basta. Ora esco co' Laura> s'infilò il suo smanicato nero, poggiato su una delle sedie attorno al tavolo.

<Salutamela. E non fare cazzate con lei...>

<Tranquillo fratello. Già co' lei ci hai fatto tu delle cazzate, non farò il tuo stesso errore>

<Scusa se sono gay> Simone sollevò le spalle, scherzandoci quasi su. Quell'interazione con suo fratello non lo distolse completamente dal suo vortice di pensieri sempre più negativi, ma almeno riuscì a volteggiare un po' più lentamente.

Jaco uscì, chiuse la porta e calò il silenzio. Simo prese il telefono e scrisse su Twitter.

"Forse ho fatto una cazzata. Ho baciato il tipo che mi piace davanti a sua madre. Che faccio?" poi chiuse libri e quaderni e salì al piano di sopra. Si cambiò per gli allenamenti di rugby e velocemente partì per il campo.

Per fortuna l'allenamento lo aiutò a mettere in pausa i continui dubbi sul da farsi, anzi, dopo aver sudato gli sembrò quasi possibile far calare il polverone che credeva di aver alzato.

Entrò negli spogliatoi, si fece la doccia e s'asciugò i capelli scuotendoli tra le mani. Si cambiò e tornò verso la vespa, dopo due ore di corsa e sudore. Accanto c'era la moto di Manuel. Come successe a maggio. Lui appostato lì, ad aspettarlo, con il casco in mano.

Prima di raggiungerlo prese il telefono. C'era un nuovo tweet.

"Quanto ci metterà a fare la doccia? È sempre così lento..." Manuel non lo notò, di spalle. Simo si sentì di nuovo sudare, come se non si fosse fatto la doccia, come se fosse uscito dal campo stremato. Non s'aspettava di trovarlo lì. Non s'aspettava di vederlo in così breve tempo senza deciderlo lui stesso, senza potersi preparare psicologicamente.

Pinguini - Simone x ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora