Sorprese non gradite

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Così si sussegue la routine per altri tre giorni.

Sveglia – studio – pranzo – studio – telefono – cena - studio - sonno.

Blocco un po’ questa routine e decido di uscire.

“Miranda, io esco un po’” Avviso, prendendo la borsa dall’attaccapanni.

“Marti, ma domani abbiamo l’esame, ricordi?” Mi domanda stralunata.

Ha ragione, di solito il giorno prima lo passo sui libri con flebo di caffè alle braccia.

“Si lo so, vado solo a controllare in bacheca se ci sono avvisi. Torno presto, giusto il tempo di una boccata d’aria”

“Ok, mi trovi qui”

Esco di casa e l’aria è cambiata rispetto la settimana scorsa.

Inizia a fare freddo, infatti ci sta bene una felpa. Per fortuna ho provveduto prima.

Passo dalla segreteria per vedere l’elenco dei nomi per l’esame di domani.

Sono la terza. Bene. Sempre tra le prime.

Passo a prendere la posta nella buca delle lettere.

Ci trovo avvisi di seminari, lettere delle azioni studentesche e poi c’è una lettera che attira la mia attenzione.

Ha lo stemma dell’università. Mi è stata inviata mercoledì. Perciò ieri.

La apro, incuriosita.

“Alla sig. na Martina Aiello.

È convocata il giorno venerdì 2 corrente mese

alle ore 17.30 presso l’ufficio del dott. Sorrentino

per discutere le tematiche inerenti la sua tesi di laurea.

Distinti saluti”

Che vorrà mai da me il professore?

Altra ansia si aggiunge alla lista del venerdì.

Passeggiando per il campus decido di prendere il pranzo per portarlo a casa. Così risollevo anche il morale di Miranda.

Venerdì arriva inesorabile.

Come per ogni esame mi sveglio alle cinque di mattina e inizio a ripassare.

Non so in che modo riesca a ripetere, perché come al solito non ricordo nulla. Tanto vale chiudere quei libri.

Presa dalla pazzia, compongo il numero di Tommaso e mi metto in attesa. So che sono le cinque di mattina, o poco più, ma ho bisogno di sentire la sua voce per calmarmi.

Uno, due, tre, quattro squilli! Che deficiente che sono! Sta dormendo!

Quando decido di chiudere finalmente apre la chiamata.

“Pronto? Piccola, stai bene?” Risponde, con voce assonnata e preoccupata, sotto voce.

Molto probabilmente per non far svegliare i genitori e la sorella.

“Tom, mi dispiace! Chiudi! Sono una scema!”

“Hei, mi spieghi che ti prende?” Ora è veramente allarmato.

“Mi sono appena svegliata, sono in ansia! Non ricordo nulla, ho la testa nel pallone.” Dico mentre appoggio la testa sul tavolo della cucina.

“Martina, ti vuoi calmare?”

“Non ce la faccio! Ti vorrei qui, vorrei abbracciarti e calmarmi” Confesso.

“Anche io vorrei essere li da te, ma purtroppo al momento non è possibile. Hai studiato giorno e notte. Hai seguito le lezioni. Andrà bene, pensa che è un altro esame che ti metti alle spalle e tra poco finalmente ti laurei!”

Perdersi, ritrovarsi e amarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora