Domande & risposte

Cos'è questa storia dell'obbligo dei pannelli solari deciso dall'Europa

Fa parte di un pacchetto, Repower Eu, da 300 miliardi di euro per abbandonare i rifornimenti di gas russo, aumentare il contributo da fonti rinnovabili e incrementare il risparmio energetico. Tutti i dettagli
Due operai installano pannelli solari
Due operai installano pannelli solariEloi_Omella

Alzare i target per le rinnovabili e incrementare l’efficienza energetica, non solo per contrastare la crisi climatica, ma anche per dire addio ai combustibili fossili importati dalla Russia. A stabilirlo è il piano da 300 miliardi di euro della Commissione europea, Repower Eu, che mira a portare zero la dipendenza energetica da Mosca entro il 2027, tagliando già due terzi delle importazioni entro la fine di quest’anno con azioni come l'obbligo di pannelli solari e fotovoltaico entro il 2030. Si tratta di una proposta della Commissione che dovrà ora passare al vaglio di Consiglio e Parlamento.

  1. Cos’è il Repower Eu?
  2. Come sono divisi i fondi?
  3. Diversificare le forniture di gas
  4. Incrementare l’efficienza energetica
  5. Rinnovabili e strategia solare
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Cos’è il Repower Eu?

Repower Eu è composto da varie iniziative legislative, schemi non vincolanti e raccomandazioni dell’esecutivo europeo ai paesi membri. Si compone in tre step fondamentali, tra cui un’aggressiva strategia per incrementare la diffusione di fotovoltaico e pannelli solari

Il primo binario riguarda il cambio dei fornitori di gas, abbandonando la Russia, e la creazione delle infrastrutture necessarie per farlo. Il secondo punta ad aumentare il risparmio e l’efficienza energetica, con l’obiettivo di arrivare a una riduzione della domanda. Mentre il terzo mira a far crescere velocemente l’uso delle energie rinnovabili, alzando di cinque punti il target previsto per il 2030, portandolo dal 40% al 45%, e attuando la nuova strategia solare che implementerà gradualmente l’obbligo di installare impianti fotovoltaici e pannelli solari su gran parte degli edifici.

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Come sono divisi i fondi?

L’Unione europea metterà in campo 300 miliardi di euro, di cui 225 come finanziamenti e sovvenzioni e 75 come prestiti. In base alle dichiarazioni di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, il 95% del totale andrà a finanziare la transizione energetica e le rinnovabili, mentre solo il restante 5% sarà usato per realizzare le nuove infrastrutture per il gas.

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Diversificare le forniture di gas

Circa 10 miliardi di euro saranno investiti per per potenziare il cosiddetto Corridoio sud, o gasdotto del Caucaso meridionale, per aumentare fino a 20 miliardi di metri cubici i rifornimenti di gas in arrivo in Europa dall’Asia meridionale, attraverso la Turchia. Presumibilmente, anche se non esplicitato nel piano Repower Eu, l’investimento raddoppierà il gasdotto Trans-Adriatico, conosciuto anche come Tap, che collega la Turchia con l’Italia. Altri 2 miliardi verranno invece usati per gli adeguamenti infrastrutturali per i paesi che più dipendono dal gas russo.

Ruolo chiave per il successo del progetto sarà occupato dalla Eu energy platform, un meccanismo al quale gli stati membri potranno aderire volontariamente. Tramite la piattaforma sarà possibile mettere in comune la domanda di gas, coordinare l’uso delle infrastrutture di importazione, stoccaggio e trasporto, nonché godere di un maggior peso negoziale con i partner internazionali per l’acquisto comune di gas, gas naturale liquido e idrogeno. Inoltre, la gestione in comune degli acquisti eviterà il pericolo di una possibile concorrenza interna che andrebbe a rallentare la diversificazione.

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Incrementare l’efficienza energetica

Come strategia di lungo periodo, la Commissione ha aumentato il target di efficienza energetica dal 9% al 13%. In questo modo, una diminuzione dei consumi e una migliore efficienza energetica degli edifici potenzieranno la sicurezza energetica dell’Unione. La misura sarà affiancata a future direttive legate all’architettura.

Assieme alle manovre vincolanti, la Commissione ha diffuso una serie di raccomandazioni per industria e famiglie, in grado di tagliare del 5% la dipendenza europea dalle forniture energetiche russe, già nel breve termine. Si va da un uso ridotto di condizionatori e riscaldamenti, alla riduzione dei limiti di velocità in autostrada, al supporto per la micro-mobillità. Infine, la Commissione ha anticipato una nuova iniziativa legislativa per aumentare la diffusione di veicoli a zero emissioni nel trasporto pubblico e aziendale e per rendere sostenibile il trasporto commerciale.

Rinnovabili e strategia solare

La gran parte del Repower Eu riguarda direttamente lo sviluppo di una nuova capacità rinnovabile europea, che, tramite una modifica dalla Direttiva sulle rinnovabili, è stata definita dall’esecutivo come “un interesse pubblico prevalente. L’obiettivo della nuova Eu solar strategy è raddoppiare la capacità fotovoltaica europea e installare 600 nuovi gigawatt entro il 2030. Per farlo, l’Unione punta a sfruttare al massimo il potenziale del fotovoltaico, introducendo un obbligo di installazione a tappe, attraverso la Eu solar rooftops initiative. Entro il 2026, dovranno avere i tetti solari tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con area utile maggiore di 250 metri quadrati. Entro il 2027 l’obbligo sarà previsto anche per gli edifici già esistenti della stessa tipologia, mentre dal 2029 scatterà per tutti i nuovi edifici residenziali. In un anno, l’iniziativa dovrebbe generare circa 19 terawattora che aumenteranno a 58 entro il 2025.

Inoltre, una raccomandazione della Commissione taglia i tempi delle autorizzazioni per tutte le installazioni di nuovi impianti fotovoltaici. La maggior parte degli impianti dovrà ricevere il via libera entro un anno, contro la media attuale tra i 6 e i 9 anni, e ogni stato membro dovrà indicare delle zone in cui consentire l’iter accelerato delle autorizzazioni. Il piano Repower Eu raddoppia anche i target al 2030 per la produzione domestica di idrogeno, offre indicazioni su come promuovere i contratti di acquisto Power purchase agreement (Ppa) - tra proprietari di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili e acquirenti - e su come costruire comunità energetiche rinnovabili con al centro la figura del prosumer, cioè consumatore e produttore assieme. Infine, verrà potenziata la produzione di biometano fino a 35 miliardi di metri cubiti entro il 2030.