Il radiotelescopio di Arecibo non sarà ricostruito

La National Science Foundation ha dichiarato che non finanzierà la ricostruzione: costerebbe troppo
Arecibo il radiotelescopio non sarà ricostruito

Era il 2020 quando il radiotelescopio di Arecibo, sito a Puerto Rico, è crollato. È iniziato con la rottura di un cavo di supporto nell’agosto di quell’anno, poi un altro a novembre. Ripararlo sembrava un’impresa ardua, perché gli ingegneri avevano avvertito sulla possibile imminente caduta incontrollata di una struttura di oltre 900 tonnellate sospesa a 137 metri sul disco del radiotelescopio. Si stava decidendo il da farsi, probabilmente uno smantellamento controllato, ma è stato tutto inutile: quella struttura è effettivamente crollata a dicembre 2020 portando a enormi danni all’antenna principale. Da allora, moltissimi ricercatori e ricercatrici impegnate nell’ambito della radioastronomia hanno sperato che la National Science Foundation statunitense, che gestisce il sito, investisse nella costruzione di un nuovo radiotelescopio, il Next Generation Arecibo Telescope, dato che il precedente era troppo danneggiato per essere ristrutturato. Ma la decisione finale della Nsf chiude la questione: il nuovo Arecibo non si farà.

I danni al radiotelescopio di Arecibo dopo il crollo di novembre 2020. Credits: NSF/Arecibo

Chi era Arecibo

L’osservatorio di Arecibo non ha bisogno di troppe presentazioni: la sua enorme antenna da 305 metri di diametro ha osservato il cielo alle frequenze radio fin dall'inizio degli anni '60 e, fino all'apertura del Fast cinese nel 2016, è stato il più grande radiotelescopio al mondo. Nel corso degli anni con i suoi dati sono stati condotti innumerevoli studi nell'ambito della radioastronomia, dell'astronomia radar e della fisica atmosferica. Un team dell'Università del Texas ha prelevato dal sito i 3 petabyte di dati che il radiotelescopio di Arecibo ha raccolto fin dagli anni '60, ora custoditi presso il Texas Advanced Computing Center. Arecibo è stato per esempio utilizzato per lo studio delle pulsar, quei cuori collassati di stelle in rapidissima rotazione, come la Crab Pulsar con cui i ricercatori hanno ottenuto una delle prime solide prove dell’esistenza delle stelle di neutroni. Nel 1980 da Arecibo venne fatta la prima osservazione radar di una cometa, la 2P/Encke. Nel 1989 proprio grazie ad Arecibo vedemmo per la prima volta la superficie di un asteroide (4769 Castalia) in buona risoluzione. Sicuramente Arecibo è molto famoso nella cultura popolare anche per la partecipazione al progetto Seti (Search for Extra-Terrestrial Intelligence), quell’insieme di programmi che puntano a comunicare con eventuali intelligenze extraterrestri, ascoltando segnali o inviandone di nostri. Famosissimo è l’Arecibo Message del 1974: un’immagine bitmap contenente formule chimiche, numeri e disegni esplicativi che è stata inviata verso l’ammasso globulare Messier 13. Non sono certo da dimenticare anche le numerose produzioni televisive e cinematografiche che hanno visto il radiotelescopio come protagonista, come il film Contact del 1997 basato sul romanzo di Carl Sagan

Il messaggio di Arecibo, inviato verso l'ammasso globulare Messier 13. Credits: NSF/Arecibo

Cosa succederà ora

Costruire il Next Generation Arecibo Telescope avrebbe richiesto 450 milioni di dollari. La National Science Foundation ha deciso che il gioco non vale la candela: la stessa scienza si può fare, almeno in parte, potenziando altri osservatori, più moderni, siti magari in luoghi climaticamente meno complicati rispetto a Puerto Rico. Parte dei danni alla struttura si possono in effetti associare ai terremoti e agli uragani che frequentemente colpiscono l'isola portoricana. D'altra parte, la fondazione ha stanziato un minimo di 5 milioni di dollari, da distribuire uno all’anno per cinque anni a partire dal 2023, fino a un massimo di 15 milioni di dollari (tre all’anno), per la costruzione di un centro didattico nel sito di Arecibo. L’obiettivo è quello di costruire un luogo che serva a promuovere l’insegnamento e la divulgazione in ambito delle materie Stem (science, technology, engineering and mathematics). L’assenza dell’istituzione avrebbe in effetti lasciato un vuoto nel territorio portoricano, in quanto Arecibo generava un copioso indotto, per il turismo, il lavoro e anche per via delle produzioni cinematografiche. Ad Arecibo sono ancora presenti un’antenna da 12 metri e un lidar per lo studio dell’atmosfera terrestre, e questi continueranno a funzionare eventualmente per scopi di ricerca, anche se non è ancora chiaro in che misura si interfacceranno con il centro didattico. Il lidar è un laser al potassio che punta verso l’alto e che fornisce informazioni sulla temperature e sulle aerosol nell’atmosfera. L’antenna da 12 metri viene usata invece principalmente per lo studio del Sole e delle sue interazioni con l’ambiente terrestre (il cosiddetto space weather). Alcune parti del radiotelescopio saranno conservate per ragioni storiche, e resta anche il centro visitatori, che non ha chiuso a seguito del collasso. Ma in ogni caso è certo che, pensando a quello che questo osservatorio è stato in passato, qualunque soluzione diversa dal ricostruire la grande antenna lascia l’amaro in bocca.

Il radiotelescopio di Arecibo nel dicembre 2021, durante il processo di demolizione. Credits: Tedder, WikiMedia Commons