È giusto pagare 8 euro per l'acqua di Chiara Ferragni?

Sì visto che si tratta di una limited edition e nemmeno la prima (da anni Evian collabora con stilisti e designer per lanciare "bottiglie d'autore"). L'effetto delle critiche sui social? Il set da 12 bottiglie per 72,50 euro è già sold-out

Chiara Ferragni è come Re Mida: tutto ciò che tocca diventa oro, acqua compresa. Da ieri, infatti, sono in vendita le bottiglie d’acqua nate dalla partnership tra la fashion blogger ed Evian: 8 euro per una bottiglietta d’acqua da 75 cl. Ma, se siete particolarmente assetati e alla ricerca dello sconto, potete risparmiare approfittando dell’offerta “formato famiglia”: un set da 12 bottiglie a soli 72,50 euro.Ovviamente il popolo del web ha subito puntato il dito contro la Ferragni e masse armate di forconi hanno pensato bene di mettere alla gogna (ovviamente mediatica) la fashion blogger colpevole, a loro dire, di lucrare su un bene pubblico: l’acqua. Insomma tutti contro Chiara, eppure, nonostante i benpensanti guardino con orrore all’operazione di marketing, il set “formato famiglia” è già sold out.

È giusto pagare 8 euro per l'acqua di Chiara Ferragni?
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Difendere Chiara Ferragni è una cosa quanto mai ardua da fare: è bionda, con gli occhi azzurri e ha pure successo, già solo per questo meriterebbe di ingrassare cinque chili ogni volta che semplicemente guarda una pizza. Eppure, stavolta, se c’è qualcuno che sbaglia non è certo la Ferragni, ma chi si scaglia contro di lei. La bottiglia realizzata da Chiara Ferragni è una limited edition, quindi è normale che abbia un prezzo superiore al packaging tradizionale.

Il problema non è che la bottiglia di Chiara Ferragni costa 8 euro, il problema semmai è che è veramente brutta. Da anni Evian collabora con stilisti e designer per realizzare delle bottiglie in edizione limitata: il pizzo realizzato da Christian Lacroix dieci anni fa ce lo ricordiamo ancora, così come i colori vivaci del disegno di Kenzo.

Bottiglie limited edition Evian

Ecco parliamo della bottiglia di Chiara Ferragni. Non so voi, ma io, se vedo un occhio sopra una bottiglia, penso che si tratti dello struccante, non di una minerale da bere. Sarà pure il logo ufficiale di Chiara Ferragni, ma a me pare più una collaborazione tra Evian e Polifemo.

Ma non è finita qui: l’occhio è attorniato da una serie di decorazioni, quattro per la precisione. Non stiamo parlando di arabeschi di abbellimento ma di veri e propri disegni: montagne sormontate da stelle, un cuore attraversato da una bottiglia, una stella bagnata nell’acqua e una goccia. Mancano solo un’aquila reale, un gatto, un topo e un elefante e poi l’intero universo è rappresentato sulla piccola superficie della bottiglia. Le cose sono due: o negli uffici dei designer di Evian circola più birra che acqua o l’etichetta è chiaramente il risultato di una scommessa persa.

È sbagliato vendere una bottiglietta d’acqua a 8 euro? No, in fondo è quasi economica se si confronta con le altre acque di lusso. Basti pensare all'Acqua di Cristallo tributo a Modigliani (60 euro a bottiglia) o all'acqua Veen, considerata la più pura del mondo, il cui costo si aggira sui 23 euro. È chiaro che l'acqua brandizzata da Chiara Ferragni è un bene di lusso, un extra che chi vuole (e soprattutto chi può) sceglie di comprare. Acquistare una bottiglia d’acqua di lusso non sottrae risorse idriche a chi non ne ha, è solamente un modo come un altro per spendere i propri i soldi. Perché, fino a prova contraria, abbiamo tutti la libertà di spendere e sperperare le nostre finanze, anche decidendo di comprare una fornitura a vita di acqua della Ferragni per innaffiare il basilico sul balcone.