Il mash up delle specie animali

Dove l’evoluzione incontra il fotoritocco nasce lo zoo dei mashup. Un nugolo di creature ibride ideate dalla digital artist Sarah DeRemer
Il mash up delle specie animali
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L’evoluzione ai tempi di Photoshop. Charles Darwin non avrebbe creduto ai propri occhi. E avrebbe fatto bene perché le creature ibride create dalla fantasia di Sarah DeRemer sono (più per fortuna che purtroppo) assolutamente irreali. La digital artist californiana con base a Seoul ha disegnato specie bizzarre e improbabili, incrociando le caratteristiche degli animali più disparati. Una raccolta di chimere e sirene 2.0 da fare impallidire la mitologia classica. Altro che cerbero, idra e arpie.

"Mi affascina molto la capacità delle arti digitali di creare immagini irreali eppure realistiche al tempo stesso”, spiega Sarah. Il suo scopo, aggiunge, è “stimolare reazioni di stupore e meraviglia di fronte a qualcosa che non si è mai visto prima". Qualcosa che nella maggior parte dei casi va esattamente contro natura.

Mammiferi e uccelli, pesci e rettili, roditori e insetti si mescolano al punto da fondersi l’uno con l’altro, dando origine a uno zoo dei mashup. Lasciando spazio a squame dove dovrebbero esserci penne, denti aguzzi dove di solito spuntano becchi e batuffoli di pelo al posto degli artigli. Il tutto grazie al fotoritocco. “Il segreto del realismo è nella luce*: i livelli di luminosità, contrasto e saturazione delle immagini da mischiare devono corrispondere il più possibile. Da lì, di livello in livello, strato dopo strato, elimino alcune parti e ne deformo altre*”.

Ogni elaborato richiede circa 4 ore di lavoro. Al termine dell’alterazione ci si trova davanti a una fauna alternativa. Una trasformazione tanto più complessa quanto più sono differenti gli animali da unire: "mi piacciono la semplicità dei volatili e la complessità delle fauci spalancate”. L’esperimento portato al limite si trova nella giustapposizione tra predatore e preda. Erbivori e carnivori sono spalla a spalla e suscitano emozioni contrastanti. Alcuni esperimenti fanno paura, altri tenerezza, in un bestiario virtuale a metà tra incubo e sogno.

Photo Credits: Sarah DeRemer