Le 10 personalità multiple fondamentali del cinema

Pazzi, malati, omicidi, serial killer o amorevoli padri che diventano mostri, tutti innocenti in realtà, la colpa era "dell'altro"

C’è stata tutta una fase della sua storia in cui il cinema era innamorato della psicologia, anzi della psichiatria ardita, dei malati di mente, dei fenomeni assurdi della psiche umana e usava teorie e assunti, distorcendoli per ogni fine. La suspense e la tensione erano tra i primi obiettivi e ovviamente le doppie personalità erano uno degli espedienti preferiti. Rese banali, esagerate, caricate e teatrali sono state il colpo di scena per antonomasia per anni. “Era lui stesso il colpevole!” è in breve diventato così un clichè da essere dismesso.

Le personalità multiple a quel punto sono allora uscite dal corpo, come Tyler Durden di Fight Club, sono diventate una persona esterna a chi la dovrebbe avere in sé. Un mutamento necessario per evolversi e non ravanare sempre nelle stesse idee visive. Split, al cinema da questa settimana, per rinnovare esagera unendo tutto, con un protagonista che ha in sé 23 personalità (e pesone) differenti. In più, queste personalità non cambiano solo il carattere ma influiscono sul fisico.

I film che hanno davvero saputo gestire bene la compresenza di diverse personalità nello stesso personaggio sono quindi pochissimi, quelli che non hanno usurato il cliché ma l’hanno arricchito, che non hanno copiato altri ma cercato di indicare una via. I nostri 10 preferiti sono tutti una sorpresa.

10. Two sistersCapolavoro sudcoreano di Kim Jee-Woon, in cui due sorelle sono in realtà una sola, impazzita in seguito ad una serie incredibile di traumi. Invece che lavorare solo per la suspense e la scoperta finale, Two Sisters sembra essere interessato ad usare la tensione come trucco per far passare una storia dura, di amori e odi familiari, di sofferenza reale e tangibile.

9.Shutter islandLeonardo Di Caprio nel suo film più dimesso e ordinario. Con Martin Scorsese pianificano un’operazione in stile B movie patinato, un Il corridoio della paura rifatto moderno, con qualche variazione per creare la svolta finale. È tutta una questione di doppia personalità e del più ovvio dei traumi che l’ha scatenata anche se saremo a lungo portati a credere che ci sia del paranormale. Uno dei casi più recenti di “Ah ma allora era sempre lui!”.

8.Vestito per uccidereNella sua fase hitchcockiana Brian De Palma è arrivato a rifare Psyco. Non segue passo passo la trama di quel film ma ne prende l’essenza e ne ripropone l’intreccio. Michael Caine è l’insospettabile travestito che uccide in un trionfo di scene di suspense, come se tutto fosse un pretesto per poterle inventare e divertirsi con lo spettatore.

7.La donna dai tre voltiCon un’impensabile mancanza di tensione è una delle primissime storie a portare il tema al cinema. Tratta da un caso vero e sceneggiata con la collaborazione degli psichiatri che l’avevano seguito, La donna dai tre volti è un film che mostra una moglie di famiglia covare dentro di sé un alter ego disinibito e frivolo ma anche una clamorosa terza personalità, più calma e giudiziosa che, in un colpo di scena che non è tale, prenderà il sopravvento in una seduta d’analisi. E poi il film finisce.

6.Doppia personalitàSecondo avventura di De Palma nel terreno delle personalità multiple, stavolta non c’è colpo di scena o mistero, John Lithgow è dichiaratamente affetto da doppia personalità, è uno psichiatra traumatizzato che rapisce i figli degli amici per il suo divertimento. Suo e del regista stesso che continua ad esplorare, citare e rielaborare l’eredità hitchcockiana in un trionfo di godurie visive.

5.Alta tensioneÈ il film che ha rivelato Alexandre Aja, una specie slasher ribaltato in cui una ragazza lesbica e la sua amante vengono assalite da un killer seriale e spietato, un macellaio che rapisce una delle due. L’altra, invece che scappare, li seguirà cercando di non farsi vedere e liberare la vittima. In pratica è la preda che continuamente si intrufola nella tana del lupo. Solo che preda e lupo sono in realtà la stessa persona.

4.Schegge di pauraJames Mangold qui gioca con grande attenzione con l’abusato clichè della doppia personalità. Siamo avvertiti fin dall’inizio che questa è presente nell’accusato, ma Edward Norton è molto bravo a sviare, non far capire, mascherare e suggerire la doppiezza così che alla fine, la rivelazione sarà comunque un colpo di scena.

3. L’inquilino del terzo pianoComplicatissimo giro per Roman Polanski, che non si arrende a girare un film normale e anzi prende la strada più lunga. Un inquilino per poter entrare nell’appartamento che intende affittare va a trovare la proprietaria in ospedale, tutta fasciata in un gigantesco gesso in seguito ad una caduta dal balcone, la trova in stato confusionale e prende le chiavi. Una volta dentro egli stesso comincia ad impazzire e, trattato da tutti come fosse lei, lentamente comincia a sviluppare un’altra personalità.

2.Io, me e IreneÈ una commedia, e una dei fratelli Farrelly, uno dei migliori film del genere. Jim Carrey ha problemi di rabbia e personalità, da timorato padre di tre ciccionissimi bambini di colore, esplode in un demone di rabbia e distruzione se non prende le sue pillole. Un delirio di faccette e umorismo greve. Alle volte Jim Carrey riesce a passare da una personalità all’altra solo muovendo gli occhi.

1.PsycoIl padre di tutti. Ha creato di fatto il clichè dell’omicida che è uno dei personaggi che già conosciamo ma con un’altra personalità, l’ha portato a perfezione e contaminato con un rapporto terribile madre/figlio. Incredibile rivelazione ai suoi tempi, oggi suona più datato ma mantiene una forza non comune nella maniera in cui gestisce gli ambienti, il mood e il sottile senso di parentela con l’horror.