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la recensione

Ulysses Running Waya Urc1, le scarpe da corsa che mimano le zampe del cane lupo

Abbiamo testato il primo prodotto di un nuovo marchio da running fondato da due italiani
Ulysses Running Waya
Ulysses Running

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Voto:

9/10

WIRED
La tecnologia brevettata Nars, che si adatta a ogni appoggio
TIRED
Il peso

Ulysses Running è un nuovo marchio che vivacizza il già affollato universo delle calzature da corsa. L’azienda parla in larga parte italiano: nostri connazionali sono i soci fondatori, Massimiliano Pedroni e Massimo Rinaldi, ingegnere che abita negli Stati Uniti. Terzo paese coinvolto nell’operazione la Svizzera, sede dell’azienda. Prima di concentrarci sul modello di Ulysses Running che abbiamo testato, le Waya Urc1, vale la pena di spendere qualche parola in più sulla peculiarità del marchio.

Perché Ulysses Running

La comparsa di una nuova azienda che produce scarpe da running, in un mercato all’apparenza già stipato, suscita in noi podisti un’inevitabile domanda: come mai? Traducibile in: cos’ha di innovativo, questo marchio? La risposta di Ulysses Running sta già nel nome. Ulisse era infatti il cane lupo di Massimiliano Pedroni, podista amatore di lungo corso e commerciante in ambito sportivo. Un giorno, osservando la biomeccanica di corsa di Ulisse, Pedroni ha notato come i polpastrelli dell’animale si adattassero con naturalezza a ogni tipo di terreno.

Da lì, l’intuizione: partendo dalla duttilità dell’appoggio del cane lupo, perché non pensare a una scarpa da running per tutti i tipi di appoggio?

Ulysses Running WayaUlysses Running

I primi tre modelli di Ulysses Running

E così, l’idea romantica si è tradotta in mesi di studi sulla biomeccanica umana e i materiali, che ha portato al brevetto della tecnologia Nars (Natural adaptive running system), applicata all’intersuola dei primi tre modelli di Ulysses Running lanciati sul mercato.

La tecnologia Nars, che si basa su una compressione progressiva, si adatta a podisti di ogni taglia e appoggio plantare. Offre quindi sostegno agli iperpronatori, ma è altrettanto adatta a chi ha un appoggio neutro o da supinatore. Non un catalogo infinito di scarpe, dunque, ma una tecnologia adattiva.

Nascono così, e da gennaio 2024 sono disponibili, i primi tre modelli di Ulysses: le Maikoh per gli amanti del trail, le Waya Urc1, di cui ci occuperemo oggi, per l’asfalto. Terzo e originale modello, le Honi, pensate per l’allenamento indoor su superfici di gomma, ossia per i molti che prediligono (o sono obbligati a) correre sul tapis roulant.

Ulysses Running Waya Urc1, le caratteristiche tecniche

Le scarpe da asfalto di Ulysses Running, Waya Urc1 (il nome non è dei più semplici da memorizzare: conviene chiamarle Waya), sono disponibili nelle colorazioni giallo fluo, bianco-rosso e verde militare. La tomaia è in un unico pezzo in rete jacquard di poliestere con supporto in PU e puntale protettivo in TPU. I lacci sono riciclati al 100%. Il rivestimento è in poliestere e la soletta di 6 millimetri è in EVA parzialmente riciclata.

L’intersuola è in G-Foam ad alto rimbalzo e in ammortizzante EVA iniettato con azoto. La suola è in gomma resistente Paw-Grip su tutta la lunghezza, con rete smerlata per contenere il peso. Infine, una curiosità: la protuberanza sulla zona laterale esterna del tallone è frutto della tecnologia Fis (First impact spoiler), studiata per correggere l’atterraggio del piede, limitando i rischi di sviluppare la fascite plantare.

Il test delle Ulysses Running Waya

Al di là dei dati tecnici, chi corre sa che le scarpe vanno provate. E noi così abbiamo fatto, in allenamenti di diversa durata e intensità, ricordandoci però che le Ulysses Running Waya sono state pensate, leggiamo sul sito, per i “maratoneti di tutto il mondo”. Questo significa che il primo modello da strada di casa Ulysses è più adatto a uscite di un certo chilometraggio che non a ripetute o altri lavori di qualità. Lo confermano il peso (su cui torneremo) e l’abbondanza di schiuma dell’intersuola.

La sensazione alla calzata è infatti quella di una grande ammortizzazione e comodità, nonostante la tomaia leggera e traspirante e un tallone non particolarmente rinforzato. La suola ha mostrato un’ottima aderenza su asfalto e su terreni ghiaiosi. Le Ulysses Running Waya possono essere le compagne perfette per podisti più o meno evoluti, che vogliano prepararsi e correre una maratona, o distanze anche superiori.

Il modello non è forse consigliabile per i lavori di qualità, considerato il loro peso importante: il numero da noi testato (12,5 US, equivalente alla nostra taglia 47) pesa infatti 380 grammi. Troppi? Non necessariamente. In un’epoca in cui troppe aziende sembrano quasi ossessionate dall’idea di produrre calzature da corsa sempre più leggere, potrebbe essere una virtuosa scelta in controtendenza, quella di dedicare una calzatura old style (cioè ben ammortizzata, e l’ammortizzazione ha un… prezzo in grammi) agli amatori che prediligano le lunghe distanze. Anche perché Ulysses Running ha in serbo, tra le prossime uscite, modelli da strada più reattivi e performanti.