Perché non abbiamo peli sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi

In alcune parti del corpo non abbiamo peli, mentre in altre sì. Una chiave, a livello biologico, potrebbe essere un inibitore che blocca la crescita di peli e capelli. E che potrebbe aprire nuove prospettive di studio per contrastare la calvizie

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(foto: Getty Images)[/caption]

Perché testa, gambe e braccia hanno i peli e palmi di mani e piante dei piedi no? L'evoluzione umana ha guidato i cambiamenti che hanno portato l'uomo a essere come è oggi, peloso in alcune parti e glabro in altre, mentre i nostri antenati erano molto più pelosi di noi. Tuttavia, quali chiavi biologiche, nello specifico, hanno determinato questo assetto? A rispondere alla domanda è un gruppo che ha pubblicato la ricerca sulla rivista Cell Reports. Queste scoperte, in futuro, potranno essere utili anche per aprire nuove strade per contrastare la calvizie o aiutare la ricrescita di altri tessuti.

I risultati chiamano in causa un percorso biologico, che favorisce o inibisce la crescita dei peli, chiamato via di segnalazione di Wnt. Evidenze precedenti hanno mostrato che questo percorso è essenziale per la formazione dei follicoli piliferi, strutture particolari che produce le cellule che costituiranno il pelo, e che bloccandolo si arresta anche la crescita di capelli e peli. I ricercatori, oggi, hanno messo a fuoco un interruttore biologico, presente nel nostro organismo e in particolare nelle parti del corpo glabre, che blocca la via di segnalazione collegata anche alla crescita dei peli. Questo interruttore è un inibitore naturale Dickkopf 2 (sigla Dkk2), una proteina che si trova nei tessuti embrionali che adulti, dove ha diverse funzioni.

I ricercatori hanno analizzato la pelle sulla pianta dei piedi nel topo, simile, rispetto ad alcune caratteristiche biologiche, a quella della parte interna del polso nell'essere umano. Dalle analisi è emerso che in questa regione l'inibitore Dkk2 era molto espresso. Gli autori hanno poi rimosso geneticamente questo componente, osservando che i peli cominciavano a ricrescere in zone precedentemente glabre. “Questo risultato è significativo”, spiega Sara E Millar della University of Pennsylvania School of Medicine, “perché ci dice che i fattori di crescita Wnt sono presenti anche nelle regioni senza peli, soltanto che sono bloccati”.

Mentre alcuni mammiferi, come conigli e orsi polari, hanno i peli anche sulle piante dei piedi: in questo caso l'inibitore Dkk2 è assente. Avere o non avere i peli in queste zone dipende essenzialmente dai bisogni specifici dell'animale, spiegano gli autori, e l'evoluzione si è regolata su queste necessità: così anche la produzione di questo inibitore è cambiata per poter bloccare o favorire la crescita dei peli.

Non è un caso che alcuni vasti studi sul genoma (che hanno analizzato tutti o quasi tutti i geni) hanno identificato questo inibitore come un possibile candidato su cui intervenire per combattere la calvizie dovuta ad alopecia androgenetica, una condizione che colpisce gli uomini, ma anche in certi casi le donne.

Lo studio di oggi conferma il ruolo del Dkk2 nel bloccare i peli, e gli autori si augurano che i risultati possano aprire nuove prospettive di ricerca per la riparazione più rapida delle ferite (dato che anche questa si basa sulla ricrescita delle cellule) e per la crescita dei capelli contrastando la calvizie.